mercoledì 19 settembre 2012

Parlando delle mie chitarre

- italiano -

Beh, non sono di certo un affermato professionista o una rock star per cui mi aspetto che di questo post non ve ne può fregare meno che meno. Ma... siccome lo spazio è mio, lo riempio come voglio. Indi...

Parliamo di chitarre (in questo caso, le mie)


Partiamo alla lontana? ok!

[chi vuole, salti pure questa digressione infantile]

La prima chitarra fu una Meazzi acustica, con durissime corde in acciaio e con un manico curvo come una banana, in dotazione alla mia famiglia da sempre, per quel che ricordo. Prima che scoprissi dov'era riposta e cominciassi ad abusare di lei, le chitarre me le costruivo di cartone, polisterolo o di non meglio precisato materiale ibrido, per giocare alla rockstar.
In questo periodo c'è un particolare che aggiustai in corsa e che senza rendermene conto ha condizionato successivamente il mio primo approccio con lo strumento: io sono mancino, si, praticamente faccio tutto con la mano sinistra, era naturale quindi che tenessi le mie chitarre giocattolo al contrario. Ma la cosa non mi quadrava perché, Hendrix, McCartney e pochi altri a parte, tutti la tenevano al contrario. Quindi, per spirito di imitazione cominciai a tenerla forzatamente dalla parte giusta. Quando poi cominciai a imparare lo strumento, nonostante fossi mancino, mi venne naturale continuare a imbracciarla come la suonano i destrorsi... chissà, magari ho sbagliato tutto e dovrei ricominciare da capo...

Sebbene riempia quasi una mano per contare le decadi che ci sono tra quel periodo e adesso, non mi sono passate per le mani molte chitarre. Direi che, facendo un paragone azzardato, sono stato abbastanza monogamo con lo strumento. Non mi è mai interessato avere un vasto harem... fino a qualche anno fa. Adesso invece, sarà l'età che avanza, la crisi del quarantenne o quello che vi pare, ma comincio a prenderci gusto nel possedere più di una signorina a sei corde... Ma la cosa curiosa è che per me una chitarra, una volta acquistata, non va rivenduta. Non so, si stabilisce una sorta di legame indissolubile tra me e lo strumento. Mai venduta o acquistata una chitarra di seconda mano, insomma.
È quindi con emozione e rammarico che vi parlo di una grande assente, ovvero di una chitarra che non ho più.

IL TRUCIOLO
Imitazione Fender Stratocaster
Mod. 62, anch se il manico era in acero (acero... sssi... magari...)
Colore: Tobacco sunburst
Regalata da mio padre nel giugno 1981, come premio per i miei "sforzi" scolastici... o, più probabilmente, per accontentarmi, una buona volta, dopo le mie lunghe insistenze.

Questa è l'unica fotografia che ho con il "truciolo". Chitarra decisamente scadente, lo capivo anche allora che avevo 12 anni e suonavo da poco. La chiamavo "il truciolo" per l'indubbia provenienza dei "materiali pregiati". Successivamente la verniciai selvaggiamente. La feci diventare nera, perché una chitarra alla Eric Clapton mi piaceva di più. Ricordo che non venne un gran lavoro, e tanto per non essere contento, aggiunsi alla mascherina, delle conchiglie che avevo raccolto su una spiaggia. Provate solo a immaginare il sublime risultato di dubbio gusto... Vabè, siate clementi...

[fine digressione infantile] 


LA SIGNORA
Squier Stratocaster JV Series
Mod. 57
Colore: Tobacco sunburst
Corpo: Alder
Manico: Acero
Tastiera; Acero
Num. di serie: JV 67694 (1983)
Regalata da mio padre a fine agosto 1985, per... perché mi voleva bene.  Allora, non immaginavo che questo strumento adesso diventasse un apprezzato e ricercato vintage.


Un teenager che prende una Stratocaster, in genere (negli ottanta nello specifico) fa questa scelta principalmente perché è un irrinunciabile simbolo del rock. Allora però c'era la barbara tendenza di fare un paio di modifiche alle Strato e che anch'io feci dopo circa un anno e mezzo dall'acquisto.
L'ho spedita al laboratorio di liuteria di Sergio Tomassone e ho fatto installare un tremolo Kahler Pro Standard e un pickup mini-humbucking al ponte (Seymour Duncan Hot Rails). Era un'operazione di sola andata perché per installare il nuovo ponte bisognava allargare l'alloggiamento originale. Anche se oggi volessi ritornare indietro e ripristinare il tutto con le parti originali che ancora ho, non lo posso fare senza lasciare visibili cicatrici. Pazienza... mi consolo col fatto che suona alla grande!
Ad ogni modo questa rimane la compagna testimone di ogni mia avventura musicale. La uso tutt'ora, anche se avrebbe bisogno di un bel "tagliando" dal liutaio.


LA REGINA
Paul Reed Smith
CE24
Colore: Yellow flame maple top
Corpo: Mogano
Manico: Mogano
Tastiera: Palissandro
Num. di serie: nnnnn (1996)
Regalata da mio padre a fine ottobre 1997, perché... mi voleva davvero, davvero bene! È stato il suo ultimo regalo... Dopo averla ordinata dal mio shop di fiducia (Liceum, a Caltanissetta) ho atteso (im)paziente per 10 mesi.


Sono sempre stato affascinato dalla versatilità e dalla gibsonianità (almeno in parte secondo me) delle PRS. Questa chitarra rompe gli schemi delle mie tipiche sonorità fino ad allora (fine anni novanta). Volevo questa rottura, e in genere avevo necessità, volevo altri strumenti. E siccome bado alla sostanza (forse...), quando decido di "aggiungere" una chitarra è perché cerco qualcosa di diverso da quello che conosco già, i "duplicati" non mi interessano. In quel periodo, il catalogo PRS era ancora semi artigianale, il distributore per l'Italia quasi latitava. Questa è un modello "bolt-on". Ho dovuto rinunciare a un modello "bolt-in" tipo Gibson e ai famosi "uccelli" in madre perla PRS perché, è inutile dire, allora i prezzi per queste chitarre erano alle stelle sigh... Però mi sono regalato il top in acero fiammato.





L'ARMA
Yamaha
Silent Guitar SLG110S

Corpo: Smontabile in Acero
Manico: Mogano
Tastiera: Palissandro
Num. di serie: nnnnn (2003)
Datemi del sentimentale, ma per me una chitarra deve in qualche modo ricordare un evento speciale, fosse anche un semplice compleanno. È il caso di questa "silent", comprata in occasione del mio compleanno nel 2003.

Non avevo una chitarra acustica da... anni e anni, quindi quale miglior modo di festeggiare un compleanno del ventunesimo secolo con una stranezza come questa. Di fatto ero totalmente disabituato non solo al suono, al modo di suonare ma anche allo spessore del corpo di una chitarra acustica. Non avevo grosse pretese e provando qua e la in negozio stavo per prendere una Yamaha della serie APX, quando il venditore e amico mi chiede: «la vuoi provare un'arma batteriologica?». E mi presenta questa cosa qua, la tira fuori da un fodero simile a quello di un fucile, me la monta davanti (lui sa, lui mi conosce!) e me la porge, io tra il perplesso e lo stupito la provo appena due minuti e sentenzio: «è mia, la prendo!». Aveva la suonabilità e la snellezza di una elettrica, la leggerezza di una piuma, il timbro mi piaceva pure, forse era proprio quello che stavo cercando. Il vantaggio di un concept di questo tipo, per una chitarra acustica, è che la puoi torturare come vuoi con ogni soluzione di effettistica e amplificazione e non ti darà mai problemi, e in questo senso è proprio l'acustica che fa per me. Si certo, lo so, devo però rinunziare alla grande componente del suono di un corpo con cassa armonica ma, sono contento così... sarà per un'altra chitarra...


LA BELLA
Ibanez
Custom Artcore AF105-F
Colore: Cream White
Corpo: Acero fiammato
Manico: Mogano/Bubinga
Tastiera: Palissandro
Num. di serie: nnnnn (2009)
Questa chitarra è un regalo di mia moglie (e quindi particolarmente a me caro). Pur non facendo jazz, avevo manifestato il "capriccio" di una semiacustica. Lei allora ha detto:  «oooook, vai a sceglierla che te la regalo!».


Anche questa chitarra è frutto di consigli in negozio. Hanno capito che sebbene non mi interessasse il top cercavo qualcosa di particolare, abbiamo scartato Epiphone, Gretsch Electromatic (deludenti nelle finiture) e siamo approdati a questo modello Custom di Ibanez. Non sono un maniaco di liuteria, ma trovo che questa chitarra sia esteticamente notevole, e costruita sapientemente. Ben definita ed estrema, se posso azzardare, nel concetto di semiacustica, un solo pick-up al manico e semplici controlli di tono e volume. Vai col jazzzzzz! Direte voi: «e che ci devi fare tu, allora?». Beh, jazz no di sicuro, ma ho tirato felicemente fuori timbriche che ho usato in contesti ambient livelooping, pop, blues, triphop, dark wave e persino punk! Tirar fuori anime nascoste da strumenti che sembrano dirti tutta'altro è il genere di sfida che affronto volentieri. Grazie per il regalo, tesoro mio!





LA BESTIA
Fender
Telecaster Standard MN
Colore: Apple Red
Corpo: Alder
Manico: Acero
Tastiera: Acero
Num. di serie: nnnnn (2010)
Continuando la serie di "ogni occasione è buona per regalarti una chitarra". Questa è il mio personale regalo di compleanno del 2010.


Telecaster, punto. Per ogni uso consentito dal Rock and roll e commi successivi. Ho fatto irruzione nel solito shop e ho urlato: «Telecaster! Buona ma non troppo!". «Ti piace il Messico?» - fanno loro, «Andale, andale, arriba, arriba! Che colore è?» - faccio io, «Un bel rosso, col battipenna bianco» - fanno loro,  «Me gusta!» - concludo io. Giorni dopo ho solo cambiato il battipenna con un tipo madreperlato un po' più osé e... via con il Rock and Roll!




(Beh, il dialogo non è andato esattamente così ma rende l'idea... colgo l'occasione per salutare lo staff di Liceum, Marcello e Paolo, sempre molto disponibili, amichevoli ma soprattutto competenti appassionati dello strumento)


E' tutto, per adesso non c'è altro... ma chissà... un giorno... questo post potrebbe essere aggiornato...

7 commenti:

  1. Post godereccio ;^)

    Io ho cambiato un sacco di strumenti ma sono giunto al mio Nirvana. Peccato non avere scattato una foto a ogni ascia passata tra le mie mani.

    Complimenti per il parco chitarre! OK, a quando una classica?

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    1. Non ci credo, fra qualche mese cambierai di nuovo LOL

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    2. Se tu dovessi scrivere un post come questo dovresti suddividerlo in tomi! XD
      Pensa, fra la strato e la prs sono passati 12 anni. Classica? Mmmm... Non è cosa mia.

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    3. Ho impiegato un'ora per trovare foto con modelli delle elettriche che mi sono passate tra le mani in quasi ventitré anni :^)

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  2. è bello che dietro ogni chitarra ci sia una storia da raccontare :)

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    1. C'è sempre una storia da raccontare davanti a uno strumento!
      Ok Fil, adesso tocca a te ;)

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